Chiedo scusa per l’argomento; ma se oggi si tratta di un atto decisamente poco fine ed educato, era un tempo assai usato nelle credenze popolari, e quindi perfetto per questa piccola rubrica.
Persino la medicina era convinta che la saliva possedesse virtù magiche e terapeutiche, capaci di allontanare ogni male; per questo veniva usata come disinfettante sulle ferite subite, o su quelle di un diretto consanguineo.
Gli antichi, prima di affrontare un qualcosa di importante (da un incontro di affari a una gara sportiva) avevano la curiosa abitudine di sputarsi tre volte sul petto onde preservarsi dagli incantesimi, grane ed errori; anche oggi gli eroi di Formula Uno (e altri dediti alle corse in genere) prima di montare in macchina per affrontare una corsa si fanno sputare sulla schiena della tuta.
Ma ci si sputava sulle mani anche quando si faceva un giuramento o si concludeva un patto, come un solenne “sigillo” di sicurezza meno doloroso del sangue.
Si sputava a terra dopo che per strada si era incontrato uno iettatore o un rivale, per “cancellare” i suoi influssi negativi: l’importante era – e direi ora “ovviamente”- che quello avesse già voltato la schiena e non si accorgesse di nulla, sennò sarebbe stato un terribile pubblico sfregio, onta da lavare con duelli o sicari.
In compenso si credeva che sputarsi addosso accidentalmente e sbagliando mira mentre si pensava di colpire l’altro, portasse malissimo; una vera e propria automaledizione.
Infine antiche puerpere dell’area mediterranea sputavano dalla finestra, certe di soffrire meno durante il parto; e se erano convinte che il loro neonato fosse vittima di un maleficio, per risolvere il problema gli sputavano amorevolmente tre volte sulla faccia.
E non esisteva neanche Telefono Azzurro…
quando i filosofi diSPUTANO ….
di Anonimo romano
“Croniche”
“A questa tavola sedevano lo re e lo filosofo soli. Viengo li serviziali, delicato portano manicare. Mentre che·sse manicava, lo re non perdeva tiempo, anche dilientemente domannava lo filosofo che li rennessi rascione de certi dubii. Lo filosofo, como prudente perzona, sufficientemente responneva. Soie resposte fortemente cadevano nello animo dello re, ca·sse accostavano allo vero. Donne lo re spesse fiate diceva: «Bene dicesti. Piaceme». Infra tanto allo filosofo venne voluntate de sputare . Teneva in vocca una granne spurgata una ora grossa. Più tenere non lo poteva. Fore conveniva che uscissi. Guardava lo filosofo intorno allo muro e per terra, cercava lo luoco dove potessi sputare . Non vede luoco da ciò; ca, como ditto ène, onne cosa era coperta de nuobili tappiti. Allora voize lo filosofo lo capo e abbe veduta la faccia dello re. Lo re aveva una varva moito nera, granne e larga; la longhezza fi’ a mieso lo pietto, le banne fi’ nelle ionte delle spalle. Pareva uno varvassore. Considerao lo filosofo che quella varva fussi lo più brutto luoco de quella sala e più atto a recipere lo sio sputo. Fermaose lo savio filosofo e sputao in mieso della varva dello re. Quanno lo re se sentìo ciò, fortemente stette turbato e regoglioso e disse: «Questo perché hai fatto?» Respuse lo filosofo e disse: «De sotto, da lato, de sopre, da onne canto me staco panni messi ad aoro. Non ce ène luoco alcuno laido da sputare potere, salvo questa toa varva: è lo più laido luoco che nce sia. Perciò ce aio sputato, ca omo deo sputare nello più laido luoco». A queste paravole lo re non responneva, ma stava muto. Allora lo filosofo lo toccava in la spalla e disse: «Di’ ca bene dico. Di’ ca te piace». Ora se questi, li quali portano la varva, staiessino a lato a questo filosofo, recìperano quello che recipéo lo re.”
il re si sarà tagliato la barba o …????
Quand’ero piccolo li facevo sempre i giuramenti-patti coi miei amici sputandoci sul palmo delle mani e poi stringendocele.
Erano cose serissime!
bis…
di Niccolò Machiavelli – Vita di Castruccio Castracani
“Sendo invitato a cena da Taddeo Bernardi lucchese, uomo ricchissimo e splendidissimo, e, arrivato in casa, mostrandogli Taddeo una camera parata tutta di drappi e che aveva il pavimento composto di pietre fine, le quali, di diversi colori diversamente tessute, fiori e fronde e simili verzure rappresentavano, ragunatosi Castruccio assai umore in bocca, lo sputò tutto in sul volto a Taddeo. Di che turbandosi quello, disse Castruccio: — Io non sapevo dove mi sputare che io ti offendessi meno. ”
non è scritto se Taddeo ricambiasse…
Io mi ricordo mia madre che quando ero piccolo e mi sporcavo la faccia ed eravamo fuori casa, lei preneva dalla borsa il fazzoletto, ci sputava su e poi me la smacchiava. E nel mentre faceva una faccia specialissima, molto assorta ;D
Ovviamente “prenDeva”
Borg, tutte le cose fatte da bambini erano serissime! Magari antigieniche, ma serissime ;-*
Roger, sensibile e delicato Castruccio! :-DD
Max, credo che quella sia una cosa fatta da tutte le mamme del mondo…Quelle di oggi lo faranno ancora? ;-D
MODI di dire sullo SPUTARE :
sputare il rospo, sputare l’osso, sputare sangue, sputare sentenze, sputar veleno…
Gli SPUTA SENTENZE, sono quelli che hanno sempre la verità in tasca, che non sbagliano mai e fanno tutte le cose giuste;
Per la Cabala lo Sputare è il numero 52, lo giochiamo Miti’ che ne dici?
Buon fine settimana a tutte/i
Rido per la chiusura del post :P
Mi hai anche fatto venire in mente che fino a poco tempo fa, sui tram di Milano, c’era ancora la targhetta “vietato sputare”.
Probabilmente riferendosi a un non troppo lontano passato, nel quale si usava ancora masticare (e sputare) il tabacco.
Almeno, penso…
Tittieco, dai, proviamo!
Buon week end a te, stelìn :-*
Pepperimind, anche sui treni c’era…Sì, sia per il tabacco, sia proprio per la pessima abitudine che avevano soprattutto gli uomini, refrattari al fazzoletto. E in periodi di epidemie di “mal sottile”, furono una delle principali cause di contagio.
Proprio un po’ selvaggi…
Durante l’operazione della filatura (specialmente delle fibre di canapa e dilana), lo sputo era indispensabile. Per questo motivo non si poteva filare nei giorni dedicati alla Madonna o ad altri santi importanti (“per non sputar loro addosso”).
Dal mio libro “Trama e ordito, mamme che tessonola vita”:
La breva filandèra, la fa tri fus par sera (La brava filatrice fa tre fusi per sera).
Tre fusi: non pochi. Bisognava lavorare di buona lena! Sedute accanto all’arola o nelle stalle al caldino prodotto dalle bestie, le donne si fissavano la rocca al fianco sinistro (di solito stretta al grembiale) e con le dita allungavano il filo che usciva dalla pergamena (e’ curnec).
Via via che il filo si allungava, si lavorava di… sputo. Sì, proprio così: la fibra, ruvida, andava bagnata continuamente. Di solito si usava la saliva (parchè l’an lighes) e coi denti si ripulivano le sporgenze nodose (i stupaciun). Per procurarsi saliva abbondante, si usava tenere in bocca una castagna secca (un cuciarol) oppure chicchi secchi di fava, lupini, bucce d’arancia essiccate.
Ricordo la scena di un film di Totò, dove lui sputa in un occhio ad un signore che aveva dipinto un quadro inguardabile, gli mette anche un bavaglino, le dice di coprirsi l’altro occhio con la mano, poi prende la mira… e sputa, insuperabile! Ciao Miticissima;*)
ci avrà guardato dentro….?????
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Spitoon1928Women.jpg
certo che star seduti vicino alla sputacchiera richiede un grande sprezzo del pericolo….
Cristella, non lo sapevo affatto, grazie! Dove lo posso trovare il tuo libro? :-**
Mimosa, Totò era una specialista in quella gag ;-D
Il libro si trova… qua (“editore” per modo di dire… pigro nella distribuzione, ne ho vendute tante copie – circa 3000 – solo grazie alla mia iniziativa: presentazioni, gemellaggi con associazioni, ecc.). A chi fosse interessato,lo spedisco volentieri. email: mcmuccioli chiocciola yahoo.it
ho molto apprezzato anche i due contributi dell’utente roger, anche se in effetti porto la barba
Temo sempre che qualcuno mi voglia troppo bene…
O______o
Ma qui ci si interessa anche di “usi e costumi alieni”? ;) In caso, ricordo, o segnalo, che nel noto romanzo di fantascienza “Dune” (Frank Herbert, 1965), l’azione si svolge su un pianeta totalmente arido dove lo sputo viene considerato come un preziosissimo “dono dell’acqua”, utilizzato per concludere patti cui viene dato lo stesso valore del vincolo di sangue.
E a proposito di patti: buon 25 aprile ;)
In effetti un blando potere antisettico la saliva lo ha veramente, e ben lo sa San Rocco a cui il cane lecca la ferita. In quanto allo sputarsi nelle mani per suggellare accordi a mo’ di patto di sangue, forse sapevano già che nella saliva si trovano gli stessi determinanti antigenici che determinano il gruppo sanguigno