Le Ricette di Casa Placida
Ecco un altro foglietto volante trovato nel libro di mamma.
Ricordo perfettamente il sapore deciso e il profumo intenso dello sciroppo che ogni anno Tata Rosa preparava con le amarene del suo giardino, facendocelo trovare nella casa di Rapallo e che accompagnava le lunghissime vacanze estive che noi, allora torinesi, lì trascorrevamo.
4 kg di amarene
Zucchero, due volte il peso del sugo ottenuto.
Togliere il picciolo alle amarene, metterle in una grande ciotola e schiacciarle con le mani, levando con le mani i noccioli (mettendoli da parte) e lasciandole poi riposare per almeno 24 ore.
Bagnare una salvietta con acqua, versarci dentro le amarene, stringere e spremere più volte e con forza facendo uscire tutto il sugo che andrà raccolto in una pentola.
Nel mortaio pestare una ventina di noccioli, e gli altri tenerli da parte interi.
Unire nella pentola il pesto di noccioli e fare bollire per 15 minuti.
Bagnare un’altra salvietta, metterla dentro un imbuto posato su un’altra pentola e filtrare il sugo bollito.
Pesarlo, aggiungere lo zucchero in dose doppia del peso del sugo, e fare bollire per 5 minuti, mescolando sempre con un cucchiaio di legno per non farlo attaccare.
Lasciare raffreddare dentro la pentola.
Imbottigliare in bottiglie di vetro scuro, posando prima sul fondo una decina di noccioli interi.
Chiudere con tappi di sughero.
Se ben preparato e conservato al buio, lo sciroppo durerà un anno.
Da consumare diluito in acqua diaccia, o versato puro sul gelato o nella macedonia al posto del limone.
Lo faceva anche mia mamma e mia nonna. Anche lo sciroppo di rose: Quelle rose profumate e senza insetticidi non so se si trovano più. Cara Mitì grazie a te forse troverò il coraggio di aprire i miei cassettini dei ricordi. Prima o poi. Un bacio
anche mia mamma continua a farlo e, diluito, è una rinfrescante bevanda estiva. Mia nonna invece faceva anche il giulebbe a base di limoni.
Buon lunedì
che bontà buon inizio di settimana
Quale nonna e di conseguenza quale mamma, non si e’ cimentata in queste golosita’ estive, la mia mamma faceva solo le amarene sotto spirito, finita la preparazione “di cui non ho la ricetta lei faceva tutto a mente”, e chiuso il barattolo di vetro,lo esponeva al sole per 40 giorni, con il divieto assoluto di aprirlo, maaaaa io e mia sorella, eravamo bambine….. insomma trovava sempre i barattoli dimezzati, poi minacciava punizioni e se ne dimenticava subito dopo.
Che nostagia mi hai fatto venire, pensa le ha fatte fino a due anni fa’.BUONA GIORNATA ;+@
L’acqua rossa!! La chiamavo così quando ero bambina. Me ne hai fatto venire una voglia pazzesca!!!
Buon lunedì tesora
Graziella, io aspetto con gioia l’apertura di quel cassettino. :-)***
Caravaggio, anche a te! :-*
Mimosa, ho un vago ricordo di un barattolo piazzato nel centro del giardino in campagna…Che fossero quelle? Buona giornata anche a te. stelìn :-)
ZiaPaperina, anche Stendhal la chiamava così :-D*
anche mia madre continua a preparare lo sciroppo di amarene che, diluito, è una rinfrescante bevanda estiva… buono anche il giulebbe a base di limoni della mia nonna
Stasera provo a metterlo nelle pesche. Sarà semplice fabbri, ma farò finta sia quello della tata.
senti mitì, se io metto in bocca una manciata di amarene senza picciolo, un cucchiaio di zucchero, mi peso con una salvietta bagnata in testa, tengo a mo’ di criceto i noccioli nella guancia destra e poi li sputo dalla finestra in testa a quelli che passano, assaporando lo sciroppo che nel frattempo si è formato nella guancia sinistra assieme ad una cucchiaiata di gelato, è lo stesso?
tu sai come sono io in cucina, no? semplifico.
Beppe, anche quello non è male ;-*
Giarina, però prima di inghiottire devi tenerle in bocca immobili per almeno 24 ore.
(rido immaginando la distinta signora che mitraglia noccioli dalla finestra ;-D*)
sciroppo di amarene….acqua diaccia…stecco… contenitore…diacciaia….diacciare…
DIACCIUOLO….che con sto caldo boia…ci vuole un pò di diacciore…
e che nessun dica che è ….MARMATO…!!!
Skip, dovresti raccontarlo quel giulebbe!
(devo ancora capire per quale mistero tu improvvismante mi finisca nello spam se sei loggata, no se senza registrazione…Hai cambiato qualcosa nel sito o nella mail? Cambi IP?)
Roger, marmato? :-)
l’è marmato…..freddo come il marmo..
Ma si trovano adesso, le amarene?
Laislabonita, qui iniziano ad esserci. Purtroppo però la pioggia e il freddo delle scorse settimane le ha ritardate e danneggiate…:-*
Roger, dovevo arrivarci…;-D
Quanto mi piacerebbe riuscire a preparare questo sciroppo… ma in questo periodo non posso…
Ricette abbastanza simili (“Marena”) si trovano in due libri della “Salani nostalgia”, e riproducono fedelmente il testo di ricette pubblicate nei primi anni del 1900. Uno è l’originario “l’arte di mangiar bene” e l’altro è “il re dei cuochi”.
Buon inizio di settimana, un abbraccio :)
Anna, conservala per l’anno venturo! Un abbraccio forte forte a te :-*
Grazie per aver corretto la svista notturna. Sei perdonata, Professoressa cara. Il tuo blog è una miniera di cose interessanti e tu sei una forza della natura! Fear not, andrò avanti nella lettura…
Ogni estate mamma comprava dalla “signora contadina” (cosi’ la chiamavo da piccola) lo sciroppo di amarena, menta e lo sciroppo di rose che mamma diluiva nell’acqua fresca preparando dissetanti bevande.
Lo sciroppo di rose era il mio preferito e d’inverno diluito in acqua calda era il “grog” di noi bambini.
Grazie a te cara Miti’ ritornano spesso ricordi legati alla mia infanzia!
Un bacione.
anche a me lo faceva moltpo simile la mia nonna..:)
Ciao Miti,
Mia zia Giovanna prende le amarene (o le visciole, quando l’albero del suo giardino si degna di fare frutti), le mette in un barattolo di vetro, le copre di zucchero, poi mette una pezza legata con l’elastico a mo’ di coperchio e lascia il tutto al sole per 30 giorni, rabboccando lo zucchero quando serve.
Diventa leggermente alcolico per fermentazione naturale (3 o 4 gradi) ed è uno dei sapori della mia infanzia..
Insomma, che emozione.. è la prima volta che scrivo sul tuo blog! Tanti auguri!
Noi in montagna abbiamo fatto lo stesso con le more (barattolo, zucchero, sole) e poi ce le siamo mangiate d’inverno sul gelato di vaniglia. Gnam.
io adoro lo sciroppo di amarene… a casa mia lo si prende direttamente dalla marmellata… che facciamo così: http://www.clarita.it/2008/06/22/marmellata-di-amarene/
E marene da figgeu me piaxevan poco de ciù e cexe, ma mae Poe baccan de Quarto ou gh’aiva i aerboui e quande meuavan e couggeimou e mae Moue a ghè fava u sciopou comme a teu risetta che t’ae scrito !!! In ca’ d’estee ou l’ea, allungou co l’aegoua de Figalli fresca,ou megio remedio da beie pe’ levase a se-e e dapoi ou se dava asci ai parenti e amixi che venivan a trouane comme bevanda de comprimento!!!Grassie Miti e grassie a teu Moe!!!:)))
Sono bei ricordi, vero Pino? Quel sapore speciale di quello sciroppo lo ritrovo solo con questa ricetta; gli altri li trovo un po’ troppo dolci come caramelle…”Bevanda de comprimento” è bellissimo. Rimanda a tempi in cui la gentilezza e la sincera gioia d’ospitalità non erano cosa rara come oggi. Ti abbraccio forte forte!