Le ricette di Casa Placida
Continuo a riportare qui le ricette trovate conservate in foglietti sparsi nel libro di Mamma.
Questa è scritta con la grafia di Nonna Tina, mamma di mamma.
E’ la ricetta di un polpettone saporito e profumatissimo, che non mangio da anni e che era diventato solo un ricordo; sono felice di averlo ritrovato.
Va la riporto pari pari.
Polpettone col sugo bianco
Mettere in una insalatiera 4 etti di manzo tritato, 3 uova, un pugno di formaggio gratt., sale, noce moscata e amalgamare molto, prima con un cucchiaio e poi con le mani.
Dare una forma di salame, badando che sia ben compatto, senza vuoti.
Infarinarlo e farlo rosolare in padella con poco olio, fin che fa la crostina.
A parte in un tegame far soffriggere in burro e olio sedano, carote, cipolla tutto a fettine e 2 foglie di alloro; poi aggiungere il salame e poco dopo bagnarlo con un bicchiere di vino bianco.
Far consumare il vino, poi coprire il salame a metà con acqua calda, mettere il coperchio e far cuocere piano piano per un’oretta.
Spegnere il fuoco, levare il salame e passare tutto il sugo e le verdure nel passaverdura.
Rimettere tutto nel tegame e aggiungere il sugo di un limone.
Se il sugo sarà tropo liquido, farlo consumare a fuoco vivo per qualche minuto; al contrario, aggiungere un poco d’acqua (poca).
E buon appetito.
Buon Giorno Miti! Che buono, mi ha fatto venire nostalgia di casa| Anche la mia mamma lo fa così, ma senza il limone. A presto!
Sara’buono buono da primo in classifica, ma troppo complicato per le mie “sinapsi, o collegamenti elettrici del mio cervello”
insomma difficile per le mie doti culinarie, soprattutto perche’, so’ na tipa impaziente,e invece in cucina, bisogna essere esattamente il contrario, maaaaa grazie, grazie e grazie.;*]
Franca, il limone gli dà un gustino specialissimo :-)
(però è dolce la nostalgia di casa, vero?)**
Mimosa, guarda che è tutta apparenza. In realtà ci si mette di più a leggere la ricetta che a farlo (ora di cottura a parte, ovviamente). Ciao tesora!:-**
Deve essere fantastico, morbido, non secco come è di solito il polpettone. Stampo subito e consegno a chi di dovere, grazie!
Copioe passo alla cucina! ;-)***
Beppe, infatti è proprio così come dici :-)*
Princy, benissimo Maestà! ;-**
precise come faccio ho sempre fatto le polpette io, imparate da mia madre che l’ha imparate da sua madre, solo che al posto delle verdure metto aglio, cipolla effettata fina fina e carota sempre molto fina, e poi si schiacciano con la forchetta.
:)
Proprio quello che mi ci vuole dopo che ho scoperto che non solo solo omonimo del Governatore ma Lucrezia è nata il suo stesso giorno esattamente 52 anni dopo.
Boh, un giorno me le fai? :-**
Clando, non so tu, ma io mi preoccuperei un cicinìn, eh?
;-**
certo!:)
hmmmm… le ricette spiegate così bene sono ubito da copiare. poi ti dirò!
mi ci vorrebbe proprio a quest’ora, prima che diventi gattivora :)
Boh, graSSie ;-*
Cristella, ok attendo regale giudizio! ;-*
Skip, gattivora? mangeresti il micio? cannibala! ;-D***
uguale a quello che faceva mia nonna ,solo che lei,non metteva il succo del limone ma grattugiava la parte gialla della buccia nell impasto…
mentre la leggevo riuscivo a sentire anche il sapore… :))
Piatti come questi sono come un abbraccio da “ritorno a casa”.
Roger, è successo anche a me. Proust con le sue madeleinettes aveva proprio ragione!
Bella anche l’idea della scorza…:-*
Max, proprio così. :-****
………purtroppo…con la fretta con cui viviamo oggi certi piatti di una volta sono sempre più rari da gustare..
bisogna proprio dire che….ci siamo dati la ZUPPA sui piedi…. dando….l’ addio al …PRELIBATO…
Copiato! Pure io sono impaziente in cucina, preparo sempre cose velocissime, però al polpettone ogni tanto dedico il tempo giusto.
Non sempre riesco a farlo rimanere integro fino alla fine della cottura… Nonostante ciò a tavola sparisce.
Questo lo provo appena possibile, col limone dovrebbe piacere a tutti, poi ti diro’…
Un abbraccio
Roger, ;-D!
Anna, sì, la cosa più difficile è rosolarlo senza romperlo…Però mi pare di ricordare che mamma ne facesse due anziché uno: più piccoli, più facili da maneggiare in pentola :-)
Grazie Mitì, seguirò il tuo consiglio :-)
Pellegrino Artusi – La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene
Polpettone n1
Signor polpettone, venite avanti, non vi peritate; voglio presentare anche voi ai miei lettori.
Lo so che siete modesto ed umile perché, veduta la vostra origine, vi sapete da meno di molti altri; ma fatevi coraggio e non dubitate che con qualche parola detta in vostro favore troverete qualcuno che vorrà assaggiarvi e che vi farà forse anche buon viso.
Questo polpettone si fa col lesso avanzato, e, nella sua semplicità, si mangia pur volentieri. Levatene il grasso e tritate il magro colla lunetta; conditelo e dosatelo in proporzione con sale, pepe, parmigiano, un uovo o due, e due o tre cucchiaiate di pappa. Questa può essere di midolla di pane cotta nel latte, o nel brodo, o semplicemente nell’acqua aggraziata con un po’ di burro. Mescolate ogni cosa insieme, formatene un pane ovale, infarinatelo; indi friggetelo nel lardo o nell’olio e vedrete che da morbido qual era da prima, diverrà sodo e formerà alla superficie una crosticina. Tolto dalla padella, mettetelo a soffriggere nel burro da ambedue le parti entro a un tegame, e quando siete per mandarlo in tavola, legatelo con due uova frullate, una presa di sale e mezzo limone. Questa salsa fatela a parte in una cazzarolina, regolandovi come si trattasse di una crema, e versatela sopra il polpettone quando l’avrete messo in un vassoio.
Per non sciuparlo, se è grosso, quando l’avete in padella rivoltatelo con un piatto o con un coperchio di rame come fareste per una frittata.
Polpettone n2
Polpettone di carne cruda alla fiorentina
Prendete mezzo chilogrammo, senz’osso, di carne magra di vitella, nettatela dalle pelletiche e dalle callosità e prima con un coltello a colpo, poi colla lunetta tritatela fine insieme con una fetta di prosciutto grasso e magro. Conditela con poco sale, pepe e spezie, aggiungete un uovo, mescolate bene e colle mani bagnate formatene una palla e infarinatela.
Fate un battutino con poca cipolla (quanto una noce), prezzemolo, sedano e carota, mettetelo al fuoco con un pezzetto di burro e quando avrà preso colore gettate dentro il polpettone. Rosolatelo da tutte le parti e poi versate nel recipiente mezzo bicchiere abbondante d’acqua in cui avrete stemperata mezza cucchiaiata di farina; copritelo e fatelo bollire a lentissimo fuoco badando che non si attacchi. Quando lo servite, col suo intinto denso all’intorno, strizzategli sopra mezzo limone.
Se lo volete alla piemontese, altro non resta a fare che collocare nel centro della palla, quando la formate, un uovo sodo sgusciato, il quale serve a dar bellezza al polpettone quando si taglia a fette. Non è piatto da disprezzarsi.
Ma che belle le ricette della nonna!!! Certo, il limone non me l’aspettavo…
ci credo che ne hai nostalgia. conservo la ricetta e che farò quanto prima e ti farò sapere come è riuscito buona giornata
Madò il polpettone!! è una di quelle cose che mi fanno talmente sognare da non avere il coraggio di farle. Però ora che ci hai passato la ricetta, magari ci provo.
Mhmmm, sembra buono, proverò a prepararlo domenica e ti dirò se avrà successo, tra l’altro avrò ospiti a pranzo ;-)
Mitì io sto a dieta, non puoi farmi questo!!!!!!!
…vado a scongelare il macinato…
un mega bacio!!
grazie cara Placida, me lo segno da provare presto GNAMM :-P