(Un gioco da L’Estate di mio fratello, qui in grande)
Ricordate quando vi parlai della nascita di SelfCinema?
Sono molto felice, perché il progetto ha funzionato e sta andando molto bene; la cosa mi rende anche fiera, perché ho visto nascere questa splendida idea (prima con le parole e poi col bellissimo sito…) e l’ho pure battezzata, trovandole il nome: SelfCinema, appunto.
Tutte le persone che ci hanno lavorato si meritano davvero questo ottimo risultato: evviva! :-)
Leggendo le numerose e positive recensioni al film ho notato che gran parte del suo successo è dovuto alla capacità di coinvolgimento degli spettatori, che si sono trovati dolcemente proiettati nella loro infanzia.
E uno degli argomenti più coinvolgenti, è stato quello dei giochi dei piccoli protagonisti; giochi che tutti noi in un modo o nell’altro abbiamo fatto a quell’età, e di cui conserviamo un ricordo speciale.
Giocattoli e “rappresentazioni” in cui contava moltissimo la fantasia, che che ci hanno donato momenti indimenticabili…
E per voi qual era il gioco/giocattolo
che da bambini-ragazzini amavate di più?
***
Sciura Pina: Un fantastico teatrino con fondali, quinte, sipario e una dozzina di marionette. La mia passione per il teatro è nata allora
ZiaPaperina: Avevo una marea di giocattoli, ereditati dagli altri 5. Ma il gioco che amavo di più era una piccola casetta di legno e mattoni che nonno ci aveva fatto costruire in giardino in campagna, arredata dentro con mobili in miniatura. Aveva (ha) la torretta come un castello…Ci passavamo ore e ore. Ora ci passano ore e ore tutti i nostri figli. Anziché gioielli di famiglia, noi abbiamo giochi di famiglia! ;o)
Cristian: Penso che il gioco indimenticabile sia comunque Nascondino. In assoluto al primo posto. Penso lo sia per molti.
Angela: Per strada, qualsiasi oggetto e situazione, diventava fonte di giochi. “Irreali” e fantasiosi. Quante storie assurde si inventavano. Più grandicella, preferivo la compagnia dei maschietti, facevamo giochi più spericolati, come costruire con assi di legno e 4 rotelle l’antenato dello skateboard per lanciarci sulle strade in discesa.
Francesca: Io avevo ‘eletto’ il mio pianoforte a gioco-coperta di linus preferito.
Valentina: I pattini….ho iniziato a rompere per averli che avevo appena imparato a stare in piedi e camminare:) mi ricordo ancora la gioia quando li trovai sotto l’albero di natale e mio padre che al pomeriggio mi ha portata alla pista di pattinaggio e mi ha tenuta per mano mentre iniziavo a prendere delle sedarate per terra!!!:)
Glossy: A me piaceva disegnare. Sui blocchi, perché così la storia che disegnavo poteva proseguire pagina dopo pagina. E quando era proprio una bella storia, me ne andavo in giardino a metterla in scena :-)
Max: Mi hai fatto venire in mente uno dei giocattoli a cui ero più allegato, un Aquila, non il volatile,l’Aquila di spazio 1999, un telefilm in cui la luna si era staccata dalla terra e vagava nello spazio. Era bellissima, la portavo ovunque con me.
Roger: Io sono nato in un piccolo comune che allora contava appena poco più di mille abitanti sparsi in diverse piccole frazioni..quindi ….ho origini campagnole,e in campagna ho vissuto fino a divenire adolescente…i giochi che facevamo sono più o meno quelli che molti hanno già scritto ..nascondino…il carrettino…partite di calcio della durata pomeridiana(finivamo solamente perchè faceva buio e le mamme ci cercavano)..comunque l’ ingrediente comune a tutti,è soprattutto il più necessario, era la fantasia (Continua)
Luca: Cosa posso dire se non che a casa mia ci si è sempre guadagnato tutto anche noi bimbi davamo la nostra piccola mano e io ricordo le mille lire guadagnate finivano inesorabilmente in una scatola di soldatini Atlantis, comprati in un negozietto davanti a casa che non aveva nessun nome vendeva giocattoli casalinghi vasi da fiori…… però il gioco preferito era andare da mio cugino Alessandro che aveva e cianne (il terreno, le fasce) intorno alla casa e li ci inventavamo avventure a non finire ogni giorno
Laura: Non ho mai amato i giocattoli. Solo matite colorate, perciò; disegnavo, disegnavo e ancora disegnavo. Che passione!
Andrea: Mi ricordo di una pista di automobiline..ci giocavo anche da solo e facevo sia il vincitore che il vinto!!
Comidademama: Io avevo il cassetto dei giochi, ha ancora lo stesso odore, di polvere e di plastica, quando Marta lo apre a casa di mia mamma. Quello che si trova è un caos in miniatura, chiuso in un cassetto. Non era sempre chiaro cosa ci fosse, ma ne uscivano sempre meraviglie, piccoli giochini, sepolti per mesi e poi piacevolmente riscoperti. Qualche vecchia bomboniera orribile, i regali delle uova di pasqua, stelle filanti avanzata da carnevale, pezzi di giocattoli ormai rotti, Fiammiferino, il gioco del 15, le piume e così via. Il mio gioco preferito era mettere le mani qua dentro, in questo cassetto imprevisto.
Alessandra: Erano diversi i giochi, ricordo quelli all’aperto con immensa gioia e sensazione di libertà assoluta, in giardino, inventati al momento, le ore passavano ed era già sera, nascondino piuttosto che pallavolo dove il cancello fungeva da rete, una squadra fuori sulla strada e l’altra al di qua del cancello, nel cortile della casa. Ma ricordo con piacere un mortaio con pestello in legno della nonna che conservo ancora: il pestello si trasformava in un microfono con il quale, a turno con mia sorella maggiore, si cantavano le canzoni più disparate, e lo show iniziava.
Boh: Giocare con la terra e prendere i vermi lunghi, che mettevo in una cassettina per regalarli, le classiche bambole e i disegni. Disegnavo di continuo…
Cat: costruire igloo e castelli di neve in inverno(allora ne veniva tanta di neve, a volte non si andava nemmeno a scuola!), e costruire castelli di sabbia e piste per le biglie con i campioni del ciclismo, in estate, tracciando il percorso col sedere di mio fratello, trascinato per le gambe. Con la scusa di insegnarlo ai miei figli, appena posso, al mare o nella sabbiera del parco giochi, faccio di quei castelli (ehh lo spirito dell’architetto..)e ogni volta mi ustiono la coppa!
Brian: Per i giochi: gran battaglie cowboys/indiani e gran fortini nei boschi appena fuori casa mia, io ci avevo un arco fatto con legno di nocciolo e tutto intarsiato che me lo ricordo ancora dopo 40 anni. Era bellissimo, altro che l’arco di ulisse. Poi anche dei gran “dottori e infermiere”, sempre nei medesimi boschi, ma quella era tutta un’altra partita
Graziano: Big Jim!
Pispa: io credo la barbie. banale, ma mi sembrava così bella :)
Latifah: Ora che sono mamma penso spesso ai miei giochi preferiti… la corda per saltare, l’elastico, la luna (o mondo) e un gioco con la palla che facevo da sola contro il muro e non ricordo come si chiama! Anzi, se qualcuno mi potesse aiutare a ricordarlo…Si cominciava con 10 tiri semplici, poi 9 con rimbalzo a terra, poi 8 con battuta di mano e via via a scendere fino al più difficile, con giravolta prima di riacchiappare la palla!Che belli, i nostri giochi “poveri”…
Andrea: il mio mitico BIG JIM … un ometto niente male con mille risorse e tanti vestiti intriganti (sub, alpinista, poliziotto ecc..) e poi dicono che agli unomini non piacciono le bambole!
Bardaneri: a-luna-monta (cavallina). si giocava in diversi ragazzi, a turno uno stava inchinato con le mani contro il muro, e gli altri saltavano sopra, vinceva chi riusciva a reggere il numero maggiore di peso.biglie. il gioco abbastanza diffuso. col tacco della scarpa si praticava una fossetta sullo sterrato. il gioco consisteva nel lanciare la biglia, verso la fossetta misurando di volta in volta un palmo di distanza e mirando la biglia da bocciare (spedita in punta di dita, il pollice sotto l’indice schioccato con forza). Chi bocciava vinceva la biglia avversaria, e vinceva tutte le biglie chi lanciava la propria nella fossetta per primo
Blimunda: Ho avuto la fortuna di giocare molto all’aperto, per cui oltre al classico Nascondino direi Alto e Basso, Fulmine e soprattutto Strega comanda color! E poi le case sugli alberi in campagna!
Regi: In primis i libri, tutti i classici dell’infanzia della mia generazione, poi un bambolotto dotato di vasca da bagno e una bambola con i capelli verdi.
Un fantastico teatrino con fondali, quinte, sipario e una dozzina di marionette.
La mia passione per il teatro è nata allora
SciuraPina, l’avevo anch’io! Era di mia madre, tutto in legno e barocchissimo…Era una vita che non ci pensavo. Chissà che fine ha fatto…:-*
Avevo una marea di giocattoli, ereditati dagli altri 5. Ma il gioco che amavo di più era una piccola casetta di legno e mattoni che nonno ci aveva fatto costruire in giardino in campagna, arredata dentro con mobili in miniatura. Aveva (ha) la torretta come un castello…Ci passavamo ore e ore. Ora ci passano ore e ore tutti i nostri figli. Anziché gioielli di famiglia, noi abbiamo giochi di famiglia! ;o)
ZiaPaperina, credo di averla vista in fotografia quella casina…Certo che in 6 eravate voi stessi un gioco infinito
;-*
Penso che il gioco indimenticabile sia comunque Nascondino. In assoluto al primo posto.
Penso lo sia per molti.
Cristian, indubbiamente è uno dei più divertenti. Ricordo ancora gli attacchi di ridarella che venivano quando ci si nascondeva in due o tre nello stesso posto, a veder passare il “cacciatore” e rischiando di farsi stanare subito…;-D
Per strada, qualsiasi oggetto e situazione, diventava fonte di giochi. “Irreali” e fantasiosi. Quante storie assurde si inventavano. Più grandicella, preferivo la compagnia dei maschietti, facevamo giochi più spericolati, come costruire con assi di legno e 4 rotelle l’antenato dello skateboard per lanciarci sulle strade in discesa.
Angela, i “carrettini”! ;-D Che incoscienti eh? Però che divertimento…
io avevo ‘eletto’ il mio pianoforte a gioco-coperta di linus preferito.
Francesca, nel senso che lo suonavi molto? :-)
i pattini….ho iniziato a rompere per averli che avevo appena imparato a stare in piedi e camminare:)
mi ricordo ancora la gioia quando li trovai sotto l’albero di natale e mio padre che al pomeriggio mi ha portata alla pista di pattinaggio e mi ha tenuta per mano mentre iniziavo a prendere delle sedarate per terra!!!:)
Vaentin, quelle sederate in cui sembra che il fegato schizzi per contraccolpo in gola…Ho presente, sì ;-D
A me piaceva disegnare. Sui blocchi, perché così la storia che disegnavo poteva proseguire pagina dopo pagina. E quando era proprio una bella storia, me ne andavo in giardino a metterla in scena :-)
MI hai fatto venire in mente uno dei giocattoli a cui ero più allegato, un Aquila, non il volatile,l’aquila di spazio 1999, un telefilm in cui la luna si era staccata dalla terra e vagava nello spazio. Era bellissima, la portavo ovunque con me.
Glossy, autrice e scenografa! :-)
Max, il bello di quei giocattoli era che fossero SEMPRE con noi. Come un amico, ecco :-*
io sono nato in un piccolo comune che allora contava appena poco più di mille abitanti sparsi in diverse piccole frazioni..quindi ….ho origini canpagnole,e in campagna ho vissuto fino a divenire adolescente…i giochi che facevamo sono più o meno quelli che molti hanno già scritto ..nascondino…il carrettino…partite di calcio della durata pomeridiana(finivamo solamente perchè faceva buio…e le mamme ci cercavano)..comunque l’ ingrediente comune a tutti,è soprattutto il più necessario ,era la fantasia..il ricordo che però mi accompagna ancora è quando in 4 amici ci siamo costruiti la casa su un albero….era un vecchio olivo secco su un terreno che un contadino aveva venduto ad un impresa edile la pianta era abbastanza grossa , con delle assi di legno costruimmo una piattaforma e le pareti le costruimmo di tela,il tetto era fatto con canne ricoperte con un telo di naylon…per salire avevamo costruito una scala di corda con gli scalini di legno…era il nostro regno, la casa della fantasia e dei lunghi discorsi pieni di tanti perchè…durò una sola estate perchè sul finire di agosto una mattina entrando vi trovammo un grosso nido di calabroni che abusivamente l’ aveva occupata…e noi per cacciarli prendemmo dei vecchi giornali li mettemmo dentro e gli demmo fuoco con l’ intenzione di fare fumo per cacciarli…inutile dire come andò a finire….i giornali erano troppi, e la casa bruciò..così in una luce abbaglianti di fiamme finì la nostra lunga estate calda di inquilini della casa sull’albero…Zia Paperina lei in confronto a noi era una riccona…noi solo baraccati…però con vista dall’alto
:))))
Adriano Celentano
Il ragazzo della via Gluck
Questa è la storia
di uno di noi,
anche lui nato per caso in via Gluck,
in una casa, fuori città,
gente tranquilla, che lavorava.
Là dove c’era l’erba ora c’è
una città,
e quella casa
in mezzo al verde ormai,
dove sarà?
Questo ragazzo della via Gluck,
si divertiva a giocare con me,
ma un giorno disse,
vado in città,
e lo diceva mentre piangeva,
io gli domando amico,
non sei contento?
Vai finalmente a stare in città.
Là troverai le cose che non hai avuto qui,
potrai lavarti in casa senza andar
giù nel cortile!
Mio caro amico, disse,
qui sono nato,
in questa strada
ora lascio il mio cuore.
Ma come fai a non capire,
è una fortuna, per voi che restate
a piedi nudi a giocare nei prati,
mentre là in centro respiro il cemento.
Ma verrà un giorno che ritornerò
ancora qui
e sentirò l’amico treno
che fischia così,
“wa wa”!
Passano gli anni,
ma otto son lunghi,
però quel ragazzo ne ha fatta di strada,
ma non si scorda la sua prima casa,
ora coi soldi lui può comperarla
torna e non trova gli amici che aveva,
solo case su case,
catrame e cemento.
Là dove c’era l’erba ora c’è
una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà.
Ehi, Ehi,
La la la… la la la la la…
Eh no,
non so, non so perché,
perché continuano
a costruire, le case
e non lasciano l’erba
non lasciano l’erba
non lasciano l’erba
non lasciano l’erba
Eh no,
se andiamo avanti così, chissà
come si farà,
chissà…
perdonatemi…è un pò di nostalgia
dopo il mio commento ho fatto una ricerca su google riguardante la casa sull’albero
se vi fosse venuto voglia guardate qui
http://www.lacasasullalbero.it/intro.htm
Placida la prossima volta invece di ristrutturare casa in un condominio prendi in considerazione l’ idea….vedrei bene una scrittrice che abita su una casa su un albero…sicuramente scriverebbe bellissimi racconti fantastici…
Roger, incoSSienti pure voi, potevate finire arrosto! ;-D
No casa sull’albero, soffro di vertigini…
cosa posso dire se non che a casa mia ci si è sempre guadagnato tutto anche noi bimbi davamo la nostra piccola mano e io ricordo le mille lire guadagnate finivano inesorabilmente in una scatola di soldatini Atlantis, comprati in un negozietto davanti a casa che non aveva nessun nome vendeva giocattoli casalinghi vasi da fiori…… però il gioco preferito era andare da mio cugino Alessandro che aveva e cianne (il terreno, le fasce) intorno alla casa e li ci inventavamo avventure a non finire ogni giorno
placida se ti consola oggi i miei dobermann hanno incocciato il tubo dell’acqua, facendo le crene per il tubo del gas con relativa alluvione nel laboratorio
si proprio quelle…brava!:)
all’inizio avevo dei problemi coi freni :)))
Non ho mai amato i giacattoli. Solo matite colorate; perciò disegnavo, disegnavo e ancora disegnavo. Che passione!
Non ho mai amato i giocattoli. Solo matite colorate, perciò; disegnavo, disegnavo e ancora disegnavo. Che passione!
Mi ricordo di una pista di automobiline..ci giocavo anche da solo e facevo sia il vincitore che il vinto!!
io avevo il cassetto dei giochi, ha ancoralo stesso odore, di polvere e di plastica, quando Marta lo apre a casa di mia mamma. Quello che si trova è un caos in miniatura, chiuso in un cassetto. Non era sempre chiaro cosa ci fosse, ma ne uscivano sempre meraviglie, piccoli giochini, epolti per mesi e poi piacevolmente riscoperti. Qualche vecchia bomboniera orribile, i regali delle uova di pasqua, telle filanti avanzata da carnevale, pezzi di giocattoli ormai rotto, Fiammiferino, il gioco del 15, le piume e così via.
Il mio gioco preferito era metterele mani qua dentro, in questo cassetto imprevisto.
Erano diversi i giochi, ricordo quelli all’aperto con immensa gioia e sensazione di libertà assoluta, in giardino, inventati al momento, le ore passavano ed era già sera, nascondino piuttosto che pallavolo dove il cancello fungeva da rete, una squadra fuori sulla strada e l’altra al di qua del cancello, nel cortile della casa. Ma ricordo con piacere un mortaio con pestello in legno della nonna che conservo ancora: il pestello si trasformava in un microfono con il quale, a turno con mia sorella maggiore, si cantavano le canzoni più disparate, e lo show iniziava. Un caro saluto.
Alessandra
giocare con la terra e prendere i vermi lunghi, che mettevo in una cassettina per regalarli, le classiche bambole e i disegni. Disegnavo di continuo…
Luca, giocare fra le fasce era bellissimo…Lo facevo fra quelle di San gervasio e protasio (sopra rapallo) e fra quelle di san fruttuoso.
(non mi dire CERTE cose, aiut! ;-)
Laura, disegni ancora, vero? Mi piacerebbe vederle un giorno le tue opere :-)***
Andrea, chi fa da sé fa per tre. Anzi per due. Ma ci si divertiva lo stesso tanto vero? :-***
Comida, immagino che anche per Marta sia un gioco bellissimo…Poi i giochi della mamma quand’era bambina sono i più belli del mondo. Hanno un qualcosa in più. :-*
Alessandra, bella idea quella del cancello-rete! :-)
Boh, in fondo ricevere un lombrico in regalo è cosa utile ed ecologica: servono a arricchire la terra nei vasi
:-) Tu disegni ancora?
costruire igloo e csatelli di neve in inverno(allora ne veniva tanta di neve, a volte non si andava nemmeno a scuola!), e costruire castelli di sabbia e piste per le biglie con i campioni del ciclismo, in estate, tracciando il percorso col sedere di mio fratello, trascinato per le gambe.
Con la scusa di insegnarlo ai miei figli, appena posso, al mare o nella sabbiera del parco giochi, faccio di quei castelli (ehh lo spirito dell’architetto..)e ogni volta mi ustiono la coppa! saluti sognanti cat
OT, a me piacque assai il film “Gli anni in tasca” di Truffaut, eccezionale ritratto del mondo dei bambini, è una via che non passano in tv. :-(
Per i giochi: gran battaglie cowboys/indiani e gran fortini nei boschi appena fuori casa mia, io ci avevo un arco fatto con legno di nocciolo e tutto intarsiato che me lo ricordo ancora dopo 40 anni. Era bellissimo, altro che l’arco di ulisse.
Poi anche dei gran “dottori e infermiere”, sempre nei medesimi boschi, ma quella era tutta un’altra partita
Big Jim! ;-D
io credo la barbie.
banale, ma mi sembrava così bella :)
Ora che sono mamma penso spesso ai miei giochi preferiti… la corda per saltare, l’elastico, la luna (o mondo) e un gioco con la palla che facevo da sola contro il muro e non ricordo come si chiama! Anzi, se qualcuno mi potesse aiutare a ricordarlo…
Si cominciava con 10 tiri semplici, poi 9 con rimbalzo a terra, poi 8 con battuta di mano e via via a scendere fino al più difficile, con giravolta prima di riacchiappare la palla!
Che belli, i nostri giochi “poveri”…
il mio mitico BIG JIM … un ometto niente male con mille risorse e tanti vestiti intriganti (sub, alpinista, poliziotto ecc..) e poi dicono che agli unomini non piacciono le bambole!
a-luna-monta (cavallina). si giocava in diversi ragazzi, a turno uno stava inchinato con le mani contro il muro, e gli altri saltavano sopra, vinceva chi riusciva a reggere il numero maggiore di peso.
biglie. il gioco abbastanza diffuso. col tacco della scarpa si praticava una fossetta sullo sterrato. il gioco consisteva nel lanciare la biglia, verso la fossetta misurando di volta in volta un palmo di distanza e mirando la biglia da bocciare (spedita in punta di dita, il pollice sotto l’indice schioccato con forza). Chi bocciava vinceva la biglia avversaria, e vinceva tutte le biglie chi lanciava la propria nella fossetta per primo
saludos
Ho avuto la fortuna di giocare molto all’aperto, per cui oltre al classico Nascondino direi Alto e Basso, Fulmine e soprattutto Strega comanda color! E poi le case sugli alberi in campagna!
In primis i libri, tutti i classici dell’infanzia della mia generazione, poi un bambolotto dotato di vasca da bagno e una bambola con i capelli verdi.
Grande PlacidaSignora!!!!
ne ho parlato anch’io nel mio blog. L’iniziativa mi piace da morire peccato che a Roma è stato proiettato al Politecnico Fandango che per me è irraggiungibile..
Comunque complimenti per l’iniziativa a te e tutti coloro che vi hanno contribuito!
trinity
Lego uber alles! Ci giocavo fino allo sfinimento. Ne ho pure parlato qui:
http://krishelhouse.splinder.com/post/12015423/Solo+un+gioco
BEH! ERA- ORIETTA – UNA BAMBOLA ALTA QUASI COME ME ALL’ETA’ DI CINQUE ANNI, L’HO AMATA MOLTO E CE L’HO ANCORA TUTTA RATTOPPATA IN BELLA MOSTRA SU DI UN MOBILE, A SETTE ANNI, QUANDO E’ NATA MIA SORELLA, IL GIORNO DOPO HO PRESO ORIETTA PER LE GAMBE E L’HO SBATTUTA PER TERRA ROMPENDOGLI LA TESTA, AL PERCHE’ DI MIA MADRE HO RISPOSTO – VOLEVO VEDERE COSA C’ERA DENTRO – MA LA BAMBOLA E’ ANCORA LI CHE MI GUARDA …E PURE LA MIA SORELLONA.
saltare la corda(mille variazioni)
i pattini a rotelle.
l’elastico.chi se lo ricorda?