(Per la serie dedicata agli ZenaCampisti)
Tanti e tanti anni fa, quando la storia di Genova era appena incominciata, nella notte, a Capo di Faro, bruciava già la “brisca” – i gambi di ginestra raccolti in val Bisagno – per indicare il pericolo dell’aguzza scogliera ai marinai che su fragili barche percorrevano il mare.
In quello stesso punto nel 1128 venne costruita la Lanterna, tutta in antichissima pietra Cava; la brisca venne bruciata in gabbie di ferro sospese su di lei in alto, perché la fiamma fosse maggiormente visibile a distanza.
Ma la torre non serviva solo da “faro”; quando la luce su di lei era chiara, tutto andava bene e si poteva andare a nanna tranquilli; ma quando era bruna e fumosa voleva dire di correre alle armi e di far fuggire le donne sui monti, perché si stavano avvicinando navi pirate: e sulla Lanterna si accendevano anche tanti altri piccoli fuochi quante erano le navi nemiche avvistate.
Di giorno invece erano vele issate sulla torre a segnalare gli eventuali pericoli.
Poi venne il Medioevo, e anche a Genova iniziarono le lotte intestine che durarono oltre due secoli.
Così, più che fare la sentinella, la Lanterna divenne testa di ponte da espugnare: a turno se ne impossessavano guelfi e ghibellini.
Gli anni intanto passavano; finito di scannarsi fra loro i genovesi, tanto per non perdere l’abitudine, contunuarono a combattere contro i nemici esterni e la Lanterna divenne un ambito bersaglio e ogni volta ne usciva piuttosto malconcia tnto da essere accuratamente tamponata o addirittura quasi completamente rifatta, come nel 1549, dopo i duri assalti per espugnare la briglia costruita contro Genova dai Francesi di Luigi XII.
Da lì resistette imperterrita, dura come la sua gente, a tutte le vicissitudini belliche seguenti; dal bombardamento navale ordinato nel 1684 dal re Sole, agli aspri combattimenti del 1746 dopo la rivolta iniziata da Balilla, alle incursioni tedesche, inglesi e americane dell’ultima guerra.
Una curiosità; da qualunque parte la si guardi, la Lanterna mostrerà sempre 3 angoli
La storia della Lanterna è dunque lunga quasi un millennio; le cronache ce ne hanno tramandato tutto il bene e tutto il male accaduto attorno e su di lei, ma non ci hanno mai detto chi ne fosse l’artefice.
Una leggenda, simile a molte sparse in Italia riguardanti antichi monumenti, narra che il costruttore della Lanterna, una volta ultimata l’opera, ne fosse stato gettato dalla cima sugli scogli sottostanti o perché non ne realizzasse una altrettanto bella altrove, o per non pagarlo. Ma quest’ultima illazione pare sia frutto dei nemici della Superba.;-)
In compenso, anni fa, l’appena eletto Sindaco (sardo), lanciò l’idea di eliminare la Lanterna come simbolo di Genova per sostituirlo con qualcosa di più attuale.
Inutile dire che rischiò seriamente di fare la fine del disgraziato costruttore.
Update:
qua c’è la mia, di Lanterna…nostalgia di quella magica città ;-*
L’idea di “imbelinarlo” giù dalla Lanterna, però, non era male… ;-)***
Princy, con quelle parole si conclude infatti un articolo che la PlacidaLanterna scrisse in quei giorni…
;-D
Quante storie esistono e nessuno le ricorda e le scrive, meno male che qualcuno ci pensa. :)
Giggi, il tuo commendo era finito in moderazione, visto solo ora…
E’ MAGNIFICA! :-**
Verrai il 28 aprile?
Graziano, è importante mantener vive le memorie. E anche tu lo fai :-)
E’ per questo che cantano:
Lanterna de Zena l’è fæta a trei canti, Maria co-i guanti lasciæla passà. A tr’öue de nêutte e tutti l’han vista a fava a fiorista vestîa da mainâ. Cattæghe ‘na roba, cattæghe ûn frexetto cattæghe ûn ometto, pe fâla ballâ.
;o)
Traduzione:
La Lanterna di Genova è fatta a tre angoli, Maria con i guanti lasciatela passare. Alle tre di notte e tutti l’han vista faceva la fiorista vestita da marinaio. Compratele un vestito, compratele un nastrino compratele un ometto, per farla ballare.
uhm, difficile…starò combattendo con ristrutturazione e trasloco ;-(
Gigi, anch’io :-)
Perchè hai specificato “Sardo”?
Lesorja, perché lo è. Fosse stato milanese, veneto, marchigiano o napoletano l’avrei specificato ugualmente :-)
L’ho vista ed aggiungo anche che la notte, ad intevalli regolari, passava a trovarmi in camera.
la Lanterna credo sia per antonomasia il faro dei fari….
e cercando su google qualcosa sui fari, ho trovato questa storia curiosa di un faro e del fantasma del farista è una storia alla Stephen King ambientata ,per giunta, ne Maine…
http://www.mareblucamogli.com/storie_di_fari/fantasma_del_faro.html
saluti a tutti i blogger della Lanterna
che bella che è…a volte rimpiango di non aver poi deciso di trasferirci a genova…si si c’è stato un momento in cui doveva essere una possibile nostra sede di vita…
Agomast, è una luce amica :-)
Roger, quel libro sui fari è molto carino, l’ho letto tempo fa :-)
Catepol, mi sarebbe piaciuto tanto averti come concittadina :-**
Catepol, fammi capire, hai avuto la scelta e l’hai rifiutata? Sob! Ma solo a me non succede, di avere la scelta? Bu.
è un po’ che manco da genova e devo trovare un motivo per tornarci. ma ho saputo che la mitica maria ha chiuso la sua trattoria..
cari saluti placida
mel
belandi, c’ero sotto giusto qualche giorno fa, e si parlava di acciughe impanate e fritte. sarà la curiosa per provare il ristorante che c’è lì sotto, dentro un container. ma davvero maria ha chiuso? :(
grazie placida per questa storia!
ok ok, in vostro onore ora mi affaccio dalla finestra dell’ufficio e saluto a nome di tutti sua signoria la LANTERNA!!!
p.s. sì maria ha chiuso sigh sigh
>^^
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